S1E3 - Il 1972

18:27Added: 18.12.2022

Sono stati gli anni del cambiamento, quelli a cavallo tra gli anni ’60 e ’70.

Un periodo di profonda trasformazione della nostra società immessa sulla via di una repentina (forse fin troppo) industrializzazione. Un’epoca contraddistinta dal fenomeno dell’esodo rurale, ottimamente raccontato da Luchino Visconti nel suo capolavoro Rocco e i suoi fratelli. Anche il mondo della musica leggera provò a calarsi in questo contesto, contraddicendo le abitudini fin troppo consolidate di una canzonetta e una melodia principalmente ispirate fino ad allora alla classica rima cuore-amore.

IL SUICIDIO DI LUIGI TENCO

Come raccontano Riccardo Magrini e Roberto Sardelli nel terzo appuntamento della rubrica Scatto&Scatto, il cantautore piemontese Luigi Tenco, non ancora trentenne, si presentò al Festival di Sanremo esibendosi con la canzone Ciao amore ciao.

Un titolo in apparenza tradizionalista, innocuo e in linea ai costumi di allora. Assegnato però in quel caso a una canzone che intendeva invece trattare le forme più drammatiche di questo brusco cambiamento che la società di allora stava subendo. Un’opera che si avvaleva di una poesia superlativa, ma altrettanto cruda nelle sue metafore. Un autentico capolavoro che però la critica non capì, riservando a questa canzone l’oltraggio della eliminazione e il conseguente non accesso alla serata finale.

Un affronto che il giovane cantautore – così come l’episodio è stato poi raccontato dalle cronache di allora – non intese sopportare, ricorrendo al gesto estremo del suicidio per dimostrare la sua profonda amarezza.

IL SUCCESSO DI MARCELLA BELLA AL FESTIVAL DI SANREMO

Servirono ancora cinque anni perché pubblico e critica potessero comprendere e apprezzare un tema così profondo e per molti versi angoscioso. Questo avvenne sempre al Festival di Sanremo, quando una giovane ragazza del Sud dotata di una voce bellissima si esibì al Casinò Municipale della città dei fiori con una canzone dolcissima dal titolo Montagne verdi.

Una vera e propria fotografia di quello che eravamo 50 anni fa, che mise in luce come in cinque anni la società fosse riuscita a sviluppare quel senso critico al quale il povero Luigi Tenco intese appellarsi con troppo anticipo. La colpa del suo genio artistico e intellettuale era stata quella di essere stato troppo precursore dei tempi.

FRANCO BITOSSI, DALLA SANREMO 1967 ALLO SMACCO DI GAP

E il ciclismo che cosa c’entra con tutto questo? La coppia Magrini & Sardelli ha saputo trovare il connubio tra quelle due stagioni attraverso uno dei corridori più rappresentativi di quegli anni: il toscano Franco Bitossi.

Sempre in tema Sanremo infatti, nel 1967 sul traguardo di Via Roma Bitossi si piazzò al 3° posto nello sprint, dietro a Merckx e Motta, davanti a Gimondi.

Nel 1972 invece, il ricordo vola a quella prima domenica assolata d’agosto quando sul circuito iridato di Gap si consumò la guerra fratricida tra Marino Basso e Franco Bitossi.

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